Al consiglio non passa lo straniero

Torna in discussione la legittimità dei direttori stranieri alla guida dei musei italiani dopo la sentenza del consiglio di stato che rimanda la decisione all’adunanza plenaria di palazzo Spada. «Davvero difficile fare le riforme in Italia», scrive su Twitter il ministro Dario Franceschini, che si sfoga: « Cosa penseranno nel mondo? I direttori di museo scelti con la selezione internazionale, italiani o stranieri che siano, in soli due anni hanno portato a risultati straordinari, dai dodici milioni di visitatori in più al miglioramento dei servizi e dell’attività scientifica. Il loro lavoro ha fatto il giro del mondo, suscitando consensi e ammirazione per l’Italia. Sin dall’inizio la riforma ha incontrato resistenze di ogni tipo. Sono state presentate decine di ricorsi, ci sono state sedici decisioni del tar Lazio, sei del consiglio di stato, l’ultima delle quali a favore della possibilità di nominare direttori stranieri. Ora invece lo stesso consiglio di stato cambia posizione e rimette la decisione che riguarda la nomina di Peter Assman, direttore del palazzo ducale di Mantova, all’adunanza plenaria. Si ricomincia. E ci vorranno mesi per una decisione. Io rispetto tutte le sentenze della magistratura e sono fiducioso della decisione finale, ma non posso che chiedermi: cosa penseranno nel mondo di un paese in cui una riforma che ha funzionato viene rimessa continuamente in discussione? E cosa penseranno di noi quelle nazioni che da anni hanno direttori italiani a dirigere i loro musei più prestigiosi? E cosa penseranno quei cittadini che hanno visto il lavoro straordinario dei direttori degli Uffizi, di Brera, di Capodimonte, di Palazzo ducale di Mantova, di Urbino, di Paestum»? «Non penseranno nulla», commenta l’avvocato Lillo Bruccoleri: «solo che l’Italia è uno stato di diritto che lo ha insegnato a tutto il mondo. La legalità come la democrazia avrà i suoi difetti, ma un sistema migliore non è stato ancora inventato. Si rassegni il ministro e attenda fiducioso, come lui stesso dichiara, il verdetto finale: dura lex sed lex».

Dal Mensile di febbraio 2018

Nella foto: il palazzo ducale di Mantova

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