
2013-11-18
L’ottava edizione del Festival Internazionale del Film di Roma si è aperta con il red carpet di uno dei simboli del cinema capitolino, ovvero Sabrina Ferilli (recentemente vista tra i protagonisti de La grande bellezza di Paolo Sorrentino), più il tris di attori composto da Elio Germano, Alessandra Mastronardi e Ricky Memphis.
Il direttore Marco Muller ha infatti deciso di affidare l’apertura, come vorrebbe la tradizione, a un film italiano.
L’opera fuori concorso designata per questo onore è L’ultima ruota del carro di Giovanni Veronesi, noto autore di commedie tra cui si possono annoverare i plurimi Manuale d’amore, Italians, nonché sceneggiatore dei film di Pieraccioni. Per una volta però il cineasta si è dedicato a una pellicola di più ampio respiro, con l’ambizioso obiettivo di raccontare la storia recente dell’Italia (o meglio degli italiani) per sineddoche, attraverso le evoluzioni della vita di un personaggio qualunque come quello interpretato da Germano. Nel cast del film, che non è stato accolto proprio tra gli applausi, ma che in qualche modo ha sorpreso anche i detrattori per i non pochi attimi di autentica commozione, figurano anche Sergio Rubini, Virginia Raffaele, Alessandro Haber e Ubaldo Pantani.
La sezione tradizionalmente dedicata al cinema dei più piccoli, Alice nelle città, è stata aperta da Planes, il film d’animazione della Disney di cui vi abbiamo già parlato oggi. Poco coraggiosa la scelta dei selezionatori, che forse paga il dazio di una sponsorizzazione forte (a tutti gli effetti Planes è uscito proprio oggi in più di 400 sale).
Inaugurate oggi anche le mostre che impreziosiscono questa edizione. Una è dedicata ad Anna Magnani, che ripercorre la carriera della straordinaria interprete di Roma città aperta, Mamma Roma e Bellissima a quarant’anni dalla morte. Un’altra ha visto esposti al pubblico i circa centotrenta quadri “protagonisti” di La migliore offerta di Tornatore, vera e propria ossessione del personaggio principale. La terza raccoglie una serie di scatti sull’attività registica di Massimo Troisi.
Sempre fuori concorso anche Snowpiercer, l’attesissima prima opera in lingua inglese di Bong Joon-ho (ecco l’imprinting orientale di Muller), forse il regista sudcoreano più acclamati degli ultimi anni. Famoso per la sua capacità di mescolare insieme generi e registri diversi, l’autore di capolavori come Mother e The Host ha radunato per questa opera di fantascienza distopica un cast eccezionale composto da Chris Evans, Tilda Swinton, Ed Harris, Jamie Bell, Octavia Spencer, John Hurt e l’attore feticcio Song Kang-ho. In un futuro non troppo lontano l’umanità dopo una catastrofe ecologica è costretta a vivere all’interno di un treno in costante movimento che percorre la superficie del pianeta, ormai ridotto a una landa ghiacciata. Le differenze di classe però non sono cessate e la distribuzione dei sopravvissuti nelle carrozze riflette quella di ceto e di censo: partirà così una ribellione dal fondo del treno per prendere possesso della locomotiva in testa. Già incensato dalla stampa come un capolavoro che fonde sapientemente cinema d’azione e riflessione sociale, senza pretese intellettualistiche, negli Stati Uniti il film arriverà in versione rimaneggiata al montaggi per venire incontro alle capacità degli americani (?!). In Italia, per fortuna, vedremo presto la versione originale.