Il decreto legge svuotacarceri, che non implica alcuna variazione di bilancio, è una realtà: pubblicato il 23 dicembre sulla Gazzetta Ufficiale, è entrato in vigore il giorno successivo, la vigilia di Natale. Il capo dello stato, nell’emanare il provvedimento, ha ritenuto la straordinaria necessità e urgenza di adottare misure per ridurre con effetti immediati il sovraffollamento carcerario, in particolare, sul versante della legislazione penale in materia di modalità di controllo degli arresti domiciliari, di reati concernenti le sostanze stupefacenti, di misure alternative alla detenzione, della misura sostitutiva dell’espulsione del condannato cittadino extracomunitario, di esecuzione presso il domicilio delle pene detentive non superiori a diciotto mesi.
Nel dettaglio, scende da sei a cinque anni la pena prevista dalla legge stupefacenti per i casi di lieve entità. Inoltre sale da tre a quattro anni la soglia di ammissibilità al regime di affidamento in prova al servizio sociale, che ora è disposto dal magistrato di sorveglianza quando non vi sia pericolo di fuga e siano offerte concrete indicazioni in ordine alla sussistenza dei presupposti e al grave pregiudizio derivante dalla protrazione dello stato di detenzione.
Non risulta invece emanato il decreto legge di abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, che è stato approvato prima ma giuridicamente ancora non esiste.
Nella foto di Yves Bamberger: il tribunale di sorveglianza di Roma.