Italia e Romania unite da Traiano

Le alte entità di carta disegnate dall’artista Luminiţa Țăranu si pongono come forte testimonianza  del fregio marmoreo della Colonna Traiana a millenovecento anni dalla sua elevazione nei Fori imperiali. Si tratta di elaborati a grafite ispirati dal prestigioso monumento dell’antichità europea. Il progetto dell’artista romena ha rappresentato la parte artistica della mostra da poco conclusa (ai Mercati di Traiano, Museo dei Fori Imperiali), che si è strutturata su tre aspetti: artistico, multimediale e documentario.

Columna mutãtio. Itineraria picta è il titolo delle installazioni che Luminiţa Țăranu ha creato, ispirandosi agli itineraria picta, ai volumina e alle pitture trionfali conservate nelle biblioteche romane, a loro volta fonte d’ispirazione che ha indotto Apollodoro di Damasco a progettare la Colonna Traiana. Questo monumento che domina tutt’oggi il Foro di Traiano con la sua silhouette ineffabile, emblema di un periodo fiorente dell’impero romano, è il primo racconto visivo della storia, nato per elogiare la conquista della Dacia da parte dei romani. Nel tempo è diventato il simbolo di uno storico legame inscindibile tra l’Italia e la Romania nella nuova Europa. Il significato che Luminiţa ha voluto dare alle sue opere è proprio la mutazione di significato dal passato al presente, fonte d’ispirazione della «nuova storia».

Allestite secondo il progetto dell’architetto Pietro Bagli Pennacchiotti, le installazioni propongono l’idea di «bloccare» in un’immagine ideale il movimento spiraliforme dei «rotuli», creando un rapporto compositivo di sinergia tra le antiche proporzioni e le armonie della grande aula e l’opera contemporanea. I nastri itineranti prendono forme ascensionali, come creature dell’aria che volano, si alzano e scendono vertiginosamente sopra i nostri sguardi. Sembra che le gigantesche entità siano stregate dal loro proprio movimento ondeggiante, come ubriacate dall’idea di volo. La Colonna Traiana ha sconfitto il tempo attraverso la sua bellezza e i disegni dell’artista sono un’eco postclassica che ferma la sua evocazione nella nostra contemporaneità.

Dal marmo alla carta, dalla fisicità materica ai segni e simboli, i disegni dell’artista condensano il valore della massa marmorea, riducendola a leggera sottigliezza e coltivando i vari criteri tematici con una grande libertà di espressione .I corpi, i ritratti dei daci ritmicamente composti, le sequenze con cavalli, la ruota, il muro, il ponte, la vegetazione, le armature dei romani si intrecciano in labirinti lineari ispirati alla dinamica del fregio e si concentrano in ritmi alternati infiniti. Dal racconto storico letterario marmoreo, con un inizio e una fine, l’artista riporta la gestualità del nastro arrotolato, ottenendo uno spettacolo continuo della storia aperta e nuovamente interpretata. Lo sviluppo delle scene tende ad allargare, dal punto di vista ottico, gli spazi raffigurati contenuti nel fregio. Unite in un’unica curva, come è anche la linea della vita, toccano massimi valori di tensione verticale, evocano l’infinito, la vicinanza al cielo.

Le installazioni sono sostenute da supporti digitali a colori e dipinti a bassorilievo, punti di energia in rapporto informale con la colonna originale, destinati a ricordare che la Colonna Traiana una volta era a colori. Integrandosi attraverso un dialogo armonioso con le statue dei daci, sono una viva testimonianza che il passato ci raggiunge; che i temi dell’arte sono ricorrenti, che lo spirito dell’antichità trova piena espressione anche oggi, nel periodo postmoderno.

Luminiţa Țăranu ci affida i suoi pensieri, le sue meditazioni, la sua sensibilità, le sue idee su un tema maggiore, quello delle nostre radici in comune. Da Luminiţa ho saputo, in una sera di dicembre, che il Rinascimento, epoca delle scoperte del mondo inteso come universo, della terra e dell’uomo come centro dell’universo, poteva sbocciare soltanto qui, in Italia. Che il Rinascimento soltanto qui poteva essere possibile, nell’insolita capacità del popolo italiano di credere nei sogni e nell’impossibile. E trasformarli in realtà.

Claudia Mandi

(Artista, curatore presso il Museo di arte di Timișoara, borsista presso l’Accademia di Romania a Roma)

Nella foto: Columna mutãtio, Dipinto a bassorilievo VI.1 (dim.lung.145×182 cm, colori acrilici, carta, legno e sabbia su tela)

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