
Il 26 marzo scorso, all’interno della cornice prestigiosa di palazzo Farnese, sede dell’ambasciata di Francia in Italia, si è svolta la conferenza stampa di presentazione dell’ottava edizione di Rendez-vous, festival del nuovo cinema francese, a Roma dal 4 al 10 aprile. A fare gli onori di casa è stato l’ambasciatore Christian Masset, che ha sottolineato come ogni anno si aspetti con impazienza l’inizio di questo appuntamento cinematografico con gli autori d’oltralpe più rappresentativi, sia che si tratti degli ultimi film di registi affermati, sia che si assista a opere prime di giovani esordienti. La madrina di questa edizione, l’attrice e regista franco-italiana Valeria Bruni Tedeschi, incarna alla perfezione l’indissolubile legame tra cinema italiano e francese; così pure la sede privilegiata delle proiezioni di quest’anno, il Nuovo Sacher di Nanni Moretti (estimatore del cinema d’oltralpe, nonché regista molto amato in Francia), evidenzia queste «affinità elettive» tra i due paesi. L’ambasciatore, dopo avere ricordato che il primo accordo di coproduzione cinematografica è stato siglato nel dopoguerra proprio tra Francia e Italia, ha sottolineato che oggi, come dichiarato a gennaio dal presidente francese Macron durante un incontro ufficiale con il nostro premier Paolo Gentiloni, si intende dare una rinnovata spinta alle coproduzioni tra i nostri due paesi.
Serge Toubiana, presidente di UniFrance, agenzia di promozione del cinema francese all’estero, si è dichiarato fiero e onorato di organizzare il festival in partnership con l’Institut français Italia. Ha poi richiamato alla memoria l’age d’or del cinema italiano, rappresentata da autori quali Fellini, Rossellini, Visconti e Ferreri, durante la quale Francia e Italia erano «cugini» dal punto di vista artistico: epoca felice che è proseguita a lungo, permettendo a registi, produttori, attori e attrici di transitare agevolmente da un lato all’altro della frontiera e di arricchirsi vicendevolmente attraverso un proficuo scambio culturale. Un esempio emblematico di questo rapporto privilegiato si trova nel film di Jean Renoir Le crime de monsieur Lange (Il delitto del signor Lange, 1936), restaurato di recente presso il laboratorio «L’immagine ritrovata» della cineteca di Bologna e proiettato la sera del 26 marzo all’Institut français Centre Saint-Louis. Visconti, negli anni ’35-36, è stato primo assistente di regia di Renoir, ricavandone almeno in parte ispirazione per il neorealismo. Toubiana ha concluso il suo intervento caldeggiando il ritorno della vecchia «fiamma» tra le due industrie, che negli anni si è un po’ sopita, con quadri normativi che favoriscano rinnovate coproduzioni, sempre più fruibili dal pubblico nelle sale cinematografiche prima ancora che su piattaforme digitali.
La direttrice artistica Vanessa Tonnini ha gettato luce sul processo di selezione del festival, che, partendo dal semplice criterio di garantire la varietà di offerta più ampia possibile del cinema francese contemporaneo, ha finito con il dimostrare la presenza di una vivace filmografia d’autore anche oggi. Oltre al focus su Valeria Bruni Tedeschi, vi è modo di ripercorrere la carriera di Arnaud Desplechin, cineasta non ortodosso, di cui verranno proiettati cinque titoli, incluso Les fantômes d’Ismaël, film d’apertura del festival di Cannes 2017.
Altra sezione è dedicata al regista d’impegno sociale-politico Robert Guédiguian, che presenterà il suo ultimo film, La villa (La casa sul mare), per poi proseguire in tour alla cineteca di Bologna e al cinema Anteo di Milano. Infatti non va dimenticato che il festival, fin dalla sua creazione, ha sempre mantenuto un carattere itinerante. Viene anche approfondita la filmografia del regista e filosofo, Bruno Dumont, che presenterà il suo ultimo lavoro, Jeannette, l’enfance de Jeanne d’Arc. A rappresentanza di un cinema femminile, la regista Claire Denis presenterà la commedia romantica Un beau soleil intérieur (L’amore secondo Isabelle), interpretata da una splendida Juliette Binoche. Caratteristica comune dei film di quest’anno è l’uso spregiudicato dei generi cinematografici, come ben esemplificato dalla pellicola d’apertura dell’esordiente Xavier Legrand Jusqu’à la garde (L’affido), sul tema difficile della violenza domestica. La direttrice artistica ha poi presentato la nuova sezione di documentari, composta da tre titoli, creata in collaborazione con Yves Rocher. Per il terzo anno consecutivo la redazione di France24 conferisce il «Prix Rendez-vous» a un film che eccelle nell’affrontare l’attualità. Quest’anno, il vincitore è Les grands esprits, opera prima del fotoreporter Olivier Ayache-Vidal. Infine, a partire da questa edizione, vige una collaborazione con il Karawan Fest (20-24 giugno), iniziativa che porta nei cortili delle periferie romane di Tor Pignattara e Pigneto, zone estremamente multietniche, il cinema come strumento di condivisione di culture.
Christophe Musitelli, consigliere culturale dell’ambasciata di Francia in Italia e direttore dell’Institut français Italia, ha evidenziato come il cinema Nuovo Sacher, con la sua aura quasi «mitica» per i francesi, rappresenti la location più appropriata per proiettare i film del festival: tappa intermedia decisiva prima di raggiungere l’agognata meta è stata però la dolorosa chiusura del Fiamma, che ha ospitato le edizioni passate della manifestazione. Dragoslav Zachariev, addetto all’audiovisivo dell’ambasciata di Francia, ha concluso la conferenza stampa, presentando la giornata professionale del 5 aprile, organizzata in collaborazione con la Roma Lazio Film Commission, durante la quale circa cinquanta produttori italiani e francesi di cinema e animazione si incontreranno nel salone d’Ercole di palazzo Farnese con progetti già pronti, ma anche alla ricerca di nuove coproduzioni.
Valerio Viale
Dal Mensile di aprile 2018
Nella foto: Valeria Bruni Tedeschi.