Sussurri e grida

Non è mai troppo tardi, ma qualche volta si esagera: l’Olanda per la prima volta nel dopoguerra e solo alla vigilia del settantacinquesimo anniversario della liberazione del famigerato campo di Auschwitz ad opera dell’armata rossa si decide a rendere omaggio alle vittime dell’olocausto; lo fa attraverso il primo ministro Mark Rutte: adesso che gli ultimi sopravvissuti sono ancora tra noi, presento oggi le mie scuse a nome del governo per l’azione delle autorità dell’epoca. I toni sono autocritici: le nostre istituzioni non hanno agito a tutela della giustizia e della sicurezza; troppi funzionari avevano eseguito gli ordini dell’occupante. E poi la stoccata finale: l’antisemitismo è sempre tra noi e per questo dobbiamo riconoscere quanto è avvenuto ad alta voce. La questione delle scuse ufficiali era stata sollevata nel 2012 da alcuni leader politici, ma lo stesso Rutte, che era già a capo dell’esecutivo, ritenne di non disporre di sufficienti informazioni né di un sostegno molto largo.

Lillo S. Bruccoleri

Nella foto: Mark Rutte

Dal quotidiano La certezza di lunedì 27 gennaio 2020

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