Costituente e costituzione: il piacere dell’onestà

Forse è giunto il momento di parlare meno di costituzione e più di costituente. Le iniziative per aggiornare il nostro quadro istituzionale si susseguono a ritmi incessanti e nelle sedi più o meno ufficiali, mentre si sono registrate nel tempo varie modifiche che fin qui non hanno intaccato il disegno originario al punto da stravolgerlo. In più di mezzo secolo tuttavia è stato sul terreno dei comportamenti concreti che il sistema ha conosciuto una evoluzione che ha interessato tutti i soggetti che insieme hanno costruito un nuovo modello di democrazia partecipativa. I partiti, i sindacati dei lavoratori e le stesse organizzazioni datoriali hanno affiancato gli organi costituzionali e ne hanno significativamente condizionato l’attività. I rapporti tra i poteri dello stato hanno rispecchiato la tendenza di ognuno di essi a prevalere sugli altri; alla attenuazione della capacità di incidenza dell’uno si è contrapposto il rafforzamento degli altri per coprire i vuoti che si andavano manifestando. È così che nasce un potere di supplenza: il governo sul parlamento e più raramente il contrario, il capo dello stato su tutti. Nella sua saggezza, che le circostanze storiche evidenziano ogni giorno di più, il legislatore costituente ha saputo imporre un meccanismo di bilanciamento in grado di resistere a ogni pericolo di involuzione autoritaria quale si era manifestata nel passato regime. Anche l’ordinamento giudiziario è stato concepito nella stessa ottica, ma alla posizione di marcata indipendenza della magistratura faceva puntuale contrappunto il sistema delle immunità che non fu mai e non ha ragione di essere considerato una eresia in quanto elemento garantista a tutela della stabilità complessiva. Il fatto è che i costituenti pensavano alle generazioni future e non erano spinti da alcuna pulsione emozionale. Avevano presente il quadro di insieme che adesso bisogna recuperare. Più che alla costituzione è allo spirito del costituente che occorre guardare con la necessaria dose di serenità. E poco importa se a queste riflessioni si pervenga nel ricordo di Angelo Baldovino, che nel pirandelliano Piacere dell’onestà si rivela l’unico personaggio veramente umano che la sua donna Agata decide di seguire anche nel disonore. Lillo S. Bruccoleri (ottobre 2013) (nella foto: Luigi Pirandello)

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