Modi come Erdogan

Dopo la riconversione al culto islamico della basilica di Santa Sofia a Istanbul, è ora la volta di un tempio induista da costruire al posto della moschea medievale Babri Masjid distrutta nel novantadue a seguito degli scontri tra seguaci delle due maggiori religioni che costarono la vita a più di duemila persone. La prima pietra è stata posata da Narendra Modi nella città di Ayodhya, nello stato settentrionale dell’Uttar Pradesh: il primo ministro indiano dichiara che il sito è stato liberato e che una grande casa sarà edificata per il dio Rama. Il leader del Bharatiya Party depone un simbolico mattone d’argento nel punto centrale e partecipa al bhoomi poojan, un rituale di benedizione della terra sacra. Però i musulmani non ci stanno e contestano sui social l’esaltazione di una giornata storica, foriera di prosperità per tutto il paese: quella moschea aspetta giustizia e non conta il fatto che la corte suprema abbia assegnato loro una porzione di suolo in un’area diversa della città.

Lillo S. Bruccoleri

Nella foto: Narendra Modi

Dal quotidiano La certezza di giovedì 6 agosto 2020

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