Stato di allerta

Ormai siamo ai bollettini di guerra: viene lanciata a Tripoli l’operazione Vulcano di rabbia, con la quale le forze di Khalifa Haftar, dopo il bombardamento turco compiuto all’alba, rispondono con un raid aereo sul collegio militare della capitale libica provocando decine di morti. Poco prima era stata diffusa la notizia di due attacchi separati ma simultanei contro la base aerea irachena di Balad e la zona verde di Bagdad dove ha sede l’ambasciata degli Stati Uniti, fino a quel momento considerata più che sicura. Il ministro italiano della difesa Lorenzo Guerini conferma le missioni programmate ma decide in via prudenziale di sospendere l’attività di addestramento delle forze irachene e di limitare le uscite dalle basi, considerata la situazione di tensione che richiede l’innalzamento di questo tipo di misure. Il ministro degli esteri Luigi Di Maio chiede all’Europa di parlare con una voce sola e si associa all’alto rappresentante Josep Borrell nell’elevare un invito alla moderazione.

Lillo S. Bruccoleri

Nella foto: Lorenzo Guerini

Dal quotidiano La certezza di domenica 5 gennaio 2020

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