Vittime ed eroi tra cronaca e politica

Non sono chiari i confini tra cronaca e politica, anche se gli ultimi decenni ci hanno abituato a continue frammistioni tra l’uno e l’altro dominio sullo sfondo delle vicende giudiziarie. Alle tradizionali nefandezze della criminalità comune e di quella organizzata si è aggiunta la spregiudicata gestione della cosa pubblica e su questo altare si è consumato il sacrificio di intere classi di governo e di partiti falcidiati sotto la scure dei finanziamenti illeciti. Ma soprattutto i legami oscuri tra significative componenti del mondo istituzionale e frange deviate della realtà sociale accompagnano la vita quotidiana fino a divenirne elemento di normalità costante nella sua aberrazione. E qui il cerchio si chiude tornando all’informazione dove si intrecciano cronaca della politica e politica della cronaca, in un quadro complesso di forze in campo la cui incessante dinamicità segna comunque il destino della gente.
Una persona in preda a follia omicida attua il suo sciagurato disegno uccidendo a Milano un avvocato, un giudice, un vecchio socio d’affari, dopo aver eluso i labili controlli all’accesso in tribunale. A parte questo ultimo aspetto, il solo che rivesta un oggettivo interesse per le implicazioni in termini di sicurezza, si è trattato di uno dei tanti episodi di cui la stampa riferisce ogni giorno. Invece no: la prima reazione, senza conoscere nulla dei particolari della vicenda, è di sconcerto per l’attacco alla istituzione che in questo caso è molto dubbio. La solidarietà umana è fuori discussione per la categoria delle vittime, che peraltro in quella stessa Milano furono oltraggiate con la condanna ai familiari dei caduti nella strage di piazza Fontana. Gli eroi consapevoli del dovere stanno altrove: basta leggere i nomi scolpiti sul marmo davanti al tribunale di Palermo.

Lillo S. Bruccoleri

dal Rugantino n. 13094

Nella foto: Tribunale di Milano, particolare della facciata.

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