La rinascita del cinema francese

Dal 6 al 17 luglio si svolge il 74° festival del cinema di Cannes, la kermesse che ha visto saltare l’annuale appuntamento nel nefasto 2020 a causa della pandemia per il covid 19. Quest’anno, e si auspica solo per questa volta, spostata nel caldo mese di luglio e non a maggio come di consueto.

La rassegna, presieduta da Pierre Lescure, vede la riconferma del regista afroamericano Spike Lee come presidente della giuria. Lo ricordiamo per i film Malcom X (1992), Inside Man (2006) e il più recente Blakkklasman (2018), che trattano temi politici e sociali come il razzismo, l’utilizzo di droghe o problemi interrazziali. Le chicche di quest’anno saranno le premiazioni di Jodie Foster, che aveva esordito sulla passerella della Croisette a soli tredici anni per il film Taxi driver, con la palma d’oro alla carriera, e del regista italiano Marco Bellocchio che riceverà la palma d’onore  il 17 luglio, proprio il giorno di chiusura, e che presenterà, fuori concorso, il suo documentario Marx può aspettare.

Il primo lungometraggio, nella serata del 6 luglio, è il film musical pop Annette , girato in lingua inglese e diretto dal francese Leos Carax. È una storia dai connotati drammatici: una coppia (lui cabarettista e lei cantante d’opera), incontratasi a Los Angeles, con una figlia in possesso di un dono speciale che, dopo la scomparsa della madre, sarà fonte di gioia per il dolore del padre affranto.

Ma citiamone altri. Il 9 luglio sarà la volta di  Benedetta di Paul Verhoeven: lo  scandalo di una suora lesbica che arriva da un monastero italiano di fine quattrocento, insieme con la peste, che, utilizzando un termine attuale, metterà in lockdown un convento.

A seguire, The french dispatch of the Liberty, Kansas Evening Sun  (questo è il titolo completo) di Wes Anderson, noto per aver diretto Grand Budapest hotel, propone un cast stellare tra cui Bill Murray, Tilda Swinton, Benicio del Toro, Owen Wilson, Elisabeth Moss, Frances McDormand e tanti altri. Uno spaccato sulla redazione anni cinquanta di un giornale americano ma ambientato in una immaginaria località francese . Film che alterna sequenze con colori caramellosi, come il rosa e il giallo, ad altre in bianco e nero con una sceneggiatura molto curata nei particolari, tra cui gli eleganti costumi.

Il 13 luglio l’atteso film italiano in gara, per cui il tifo è d’obbligo: Tre piani, diretto ed interpretato da Nanni Moretti, tratto dall’omonimo romanzo di un autore israeliano. Si presenta con un cast di tutto riguardo di attori connazionali che include Riccardo Scamarcio, Margherita Buy, Alba Rohrwacher, Adriano Giannini. Un  film corale che trasporta la storia originale narrata nella città di Tel Aviv in un palazzo di Roma, in cui si intrecciano le vite di tre famiglie che abitano nei rispettivi tre piani dell’abitazione. Moretti, regista molto amato in Francia, forse anche per il ritmo lento ed introspettivo delle sue pellicole, si riferisce ai tre piani paragonandoli ai tre livelli psichici freudiani quali l’es, l’ego ed il superego. Ricordiamo la vittoria della palma d’oro del regista romano nel 2001, con La stanza del figlio.

Citiamo ancora l’appuntamento del 14 luglio con The story of my wife di Ildiko Enyedi: anche qui si tratta dell’adattamento cinematografico di un romanzo scritto nel 1942, «La storia di mia moglie». Tra gli interpreti: il sex symbol francese Louis Garrell, Sergio Rubini e Jasmine Trinca. Una singolare storia, ambientata nei ruggenti anni venti, in cui il capitano di una nave scommette di proporsi alla prima donna che sarebbe entrata nella taverna portuale da lui frequentata abitualmente. È così che si troverà in seguito in un appartamento di Parigi con la sua misteriosa ed affascinante moglie.

Sette sono le pellicole francesi in gara delle ventiquattro in totale; numerose le star che hanno sfilato sul red carpet per la cerimonia di apertura, da Carla Bruni a Bella Hadid, Pedro Almodovar, Andie MacDowell, Jodie Foster; un festival che per la prima volta sposa una causa ambientalista con una sezione «green»; una ventata rosa  per la giuria in cui per la prima volta il numero delle giurate supera quello dei giurati; numerosi i controlli e le misure di sicurezza anticovid all’ingresso, come l’obbligo del green pass o la misurazione della temperatura ogni quarantotto ore; un festival scarno di party ma sicuramente con tanta voglia di ripresa per la cosiddetta settima arte che mai si ferma

Come direbbe Freddy Mercury, lo spettacolo deve continuare: «the show must go on».

Mara Valsania

Nella foto: Jodie Foster

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