Un posto al Belvedere per Luigi Magni

Dopo il parere negativo della giunta capitolina all’intitolazione del belvedere del giardino degli Aranci al regista e sceneggiatore romano Luigi Magni (accanto ai viali dedicati a Nino Manfredi e Fiorenzo Fiorentini), ieri l’associazione culturale «Gli amici di Righetto» e il centro romanesco Trilussa hanno manifestato organizzando un sit-in di protesta nel giardino dell’Aventino.

«Abbiamo protestato “in nome del popolo sovrano“» – ha fatto sapere Roberto Bruni, presidente degli «amici di Righetto» – «contro la “topica”, targata Roma capitale, che ha bocciato la richiesta di dedicare a Luigi Magni, “er cantore della romanità”, il giardino definendolo area inadeguata». Presenti alla manifestazione anche il consigliere comunale Fabrizio Ghera e l’ex delegato allo sport del comune, Alessandro Cochi, che così ha commentato su Facebook: «E, se il popolo è ancora sovrano, perché negare una targa a Magni, che meglio di altri ha descritto la Roma autentica, popolare e talvolta poco raccontata?»

Nel marzo scorso il comune di Velletri ha dedicato al regista un viale della Villa Ginnetti, mentre dal settembre 2017, sempre a Velletri, è stato istituito il «premio nazionale Luigi Magni per la grafica». Dopo aver lavorato negli anni cinquanta insieme ai più grandi registi dell’epoca, da Mario Monicelli a Luciano Salce, Luigi Magni aveva debuttato alla regia nel 1968 con la commedia Faustina. Ma è dalla sua seconda pellicola, Nell’anno del Signore (1969) che inizia il suo studio ricorrente sulla Roma papalina e risorgimentale e l’indissolubile collaborazione artistica con Nino Manfredi.

Dopo la morte dell’attore, nel 2004, non ha più diretto film. Nel 2008 ricevette il David di Donatello alla carriera per celebrare i suoi ottanta anni e i quaranta di attività artistica. Magni, nato a Roma il 21 marzo 1928, morì nella capitale il 27 ottobre 2013.

Da Repubblica.it di martedì 30 aprile 2018

Nella foto: Il manifesto del Mensile mostrato al sit-in

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